La sindrome della paralisi cronica è una malattia contagiosa poco comune che, tuttavia, sembrerebbe recentemente manifestarsi con frequenza e virulenza crescente.

È causata da un virus —appunto il virus della paralisi cronica delle api: CBPV— con caratteristiche anomale rispetto agli altri virus che colpiscono le api.

Il virus può essere trasmesso dalla Varroa, ma ciò non è necessario. In effetti la malattia era già descritta da Aristotele, e non è dunque nulla di nuovo, e anche il virus è stato isolato decenni fa.

immagine 1immagine 1Questa malattia ha due sintomatologie, che possono manifestarsi congiuntamente o separatamente, probabilmente dipendenti dalla genetica delle colonie. La prima caratteristica è comportamentale: le api malate sono scosse da un intenso tremore, sono incapaci di volare, camminano in cerchio, e vengono attaccate sul predellino dalle altre api dell’arnia [immagine 2] e scacciate; finiscono per cadere davanti al predellino, dove —incapaci di volare— dapprima si arrampicano sui fili d’erba e alla fine muoiono. Questa sindrome si associa spesso al raccolto di melata, si manifesta principalmente in luglio, e veniva chiamata ‘mal di foresta’.

La seconda sindrome consiste in una trasformazione fisiologica delle api, che diventano nere, piccole, e perdono il pelo, assumendo un aspetto liscio e quasi brillante (da cui il nome comune ‘mal nero’). Le guardiane le trattano come se fossero delle saccheggiatrici e le scacciano [immagine 1].

immagine 2immagine 2Questa sintomatologia si verifica principalmente in primavera e in estate. Nonostante la differenza tra queste manifestazioni, l’agente patogeno è il medesimo; la malattia si può manifestare in qualsiasi stagione, anche se è più probabile che avvenga in primavera o estate. Se la malattia si protrae fino all’autunno, difficilmente la colonia può sopravvivere. Non è chiaro cosa trasformi la presenza endemica del virus in una manifestazione aperta. Si è tuttavia notato che il confinamento all’interno delle api per un lungo tempo (in seguito a cattivo tempo, o per errori di gestione dell’apicoltore; ma anche mancato raccolto e fame) favorisce lo sviluppo della malattia in quanto le feci delle api infette facilitano la trasmissione del virus agli altri membri della colonia. Altri fattori possono essere ambientali: forte concentrazione di api, consumo di melata, carenza di proteine, o avvelenamente che indeboliscono la colonia. Spesso la malattia colpisce le arnie forti dell’apiario.

Può essere confusa con un avvelenamento, poiché a terra davanti al predellino si trovano molte api morte. Le api che si trascinano possono indurre a confondere la CBPV col Nosema. Nel caso di un attacco acuto, la colonia si riduce rapidamente a un pugno d’api che accompagna la regina, il che può indurre a confondere la malattia con il collasso della colonia. Il virus è trasmesso da ape adulta ad altre api adulte, spesso tramite ferite o peli rotti contaminati dalle feci delle api infette; anche gli stadi immaturi possono essere infetti. Tavolta la malattia si risolve da se.

Nelle forme virulente, se la malattia è prontamente e correttamente diagnosticata, si può provare a rimediare cambiando regina. Il virus infatti tende ad essere endemico, la maggior parte delle colonie riesce a tenerlo a bada, e può dunque darsi che le api nate da una nuova regina con una genetica più adatta a resistere al virus riescano a riformare una colonia. In ogni caso occorre evitare di scambiare api tra una colonia e l’altra per non trasmettere l’infezione, e ripulire le api morte dal prato sottostante l’arnia I due filmati che seguono si riferiscono a una colonia molto forte a inizio marzo, e ancora con 4 telaini di covata a principio aprile, quando il numero di api adulte però era già visibilmente diminuito.

Nel pieno del flusso nettarifero di ciliegio e tarassaco non aveva scorte: tra le api incapaci di volare e le api impegnate a scacciarle, non avevano più la capacità di bottinare. Il primo filmato mostra il tremore di un’ape appesa a un filo d’erba, e un attacco sul predellino ad un’ape malata —in uno stadio iniziale della malattia, poiché il pelo è ancora folto. Si notino le api morte al suolo, e una vespa che sceglie al supermercato dei cadaveri:

Il secondo filmato mostra un attacco più deciso ad api spelacchiate, provenienti dalla medesima arnia ma atterrate sul predellino dell’arnia vicina:

 

Bibliografia: La malattia è descritta molto sommariamente nelle schede di Apiservice. Aldo Contessi (Le api. Biologia, allevamento, prodotti, Edagricole, edizione 2014) e il monumentale The Hive and the Honey Bee (a cura di J. M. Grahm, Dadant & Sons) le dedicano mezza pagina ciascuno. Più dettagliati N. Vidal-Naquet, Honybee veterinary medicine: Apis Mellifera L., Sheffield: 5m publishing, 2015), e Magali Ribière, Violaine Olivier, Philippe Blanchard, Chronic bee paralysis: A disease and a virus like no other?, Journal of Invertebrate Pathology 103 (2010 ), pp. 120-131.

 

Daniele Besomi

 

 

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dbesomi ha risposto alla discussione #24 3 Anni 11 Mesi fa
In questo articolo di Scienzainrete si discute della ricerca menzionata nell'aggiornamento precedente; vale la lettura
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dbesomi ha risposto alla discussione #22 4 Anni 6 giorni fa
Una regina non può essere brava a fare tutto. La tua (come la mia) sembra incapace di gestire il virus. Certo, magari le api sopravvivono; ma sono pur sempre malate, e oltretutto trasmettono l'infezione anche alle arnie vicine. Io dovrei riuscire a cambiare la mia nei prossimi giorni, la nuova regina dev'essere quasi pronta. Farò sapere se la nuova genetica riesce a tenere a bada il problema, anche se evidentemente ci vorrà un po' per accertarlo.
Gafic Tocchetti ha risposto alla discussione #21 4 Anni 6 giorni fa
Per il secondo anno consecutivo ho un problema con una famiglia forte che assomiglia molto a questo virus. L’anno scorso tutto si è risolto da solo. Ora il problema si ripresenta. Posso sperare che anche stavolta va tutto bene nel modo naturale o dovrei pensare a cambiare la regina? Mi dispiacerebbe farlo visto che è una regina forte e le api sono ancora tante (sono su 8). Grazie per il consiglio!
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dbesomi ha risposto alla discussione #15 4 Anni 2 Settimane fa
UN AGGIORNAMENTO: un articolo appena uscito sulla rivista Nature communications evidenzia come il virus si sia diffuso in modo esponenziale in Inghilterra negli ultimi anni, sia in forma sintomatica che asintomatica:


Gli autori riportano che questa situazione si verifica anche altrove. Negli USA si è passati da una prevalenza di 0.7% nel 2010 al 16% nel 2014 (con un raddoppio dei casi ogni anno); in Italia, dal 5% del 2009 al 10% nel 2010; in Cina, dal 9% al 38%.

I casi tendono a manifestarsi in agglomerati nel raggio di una ventina di km. Il caso nel mio apiario è situato a Lugaggia. Gli apicoltori nei dintorni farebbero dunque bene a controllare le proprie arnie. Sto preparando la sostituzione della regina, con una nuova regina allevata nell'arnia di fianco che non mostra nessun segno della malattia —probabilmente non perché non è stata infettata, ma perché è capace di resistere (è una regina proveniente da un ceppo testato per l'igienicità). Seguiranno a suo tempo ulteriori aggiornamenti.

L'articolo citato è di G. E. Budge e altri, Chronic bee paralysis as a serious emerging threat to honey bees, Nature Communications (2020)11:2164, qui il pdf
garga ha risposto alla discussione #7 4 Anni 1 Mese fa
Grazie per l'interessante articolo